Il microbiota intestinale: un nuovo potente strumento contro il tumore del colon-retto.

Il microbiota intestinale è composto da 30 bilioni (30.000.000.000.000) di batteri e microorganismi vivi nell’intestino, i quali interagiscono attivamente con l’ospite. Da un lato, alcuni batteri del microbiota intestinale hanno mostrato attività anti-tumorale. Dall’altro, alterazioni dell’equilibrio tra microbiota intestinale e ospite (una condizione definita “disbiosi”) contribuiscono allo sviluppo del tumore. Nei pazienti con tumore del colon retto è stato osservato uno squilibrio nella composizione microbica dell’intestino. Infatti, i campioni fecali di questi pazienti mostrano una scarsa eterogeneità, rispetto agli individui sani, in termini di batteri che compongono il microbiota, in particolare con specifici tipi di batteri che risultano più o meno presenti; ciò potrebbe influenzare la risposta immunitaria, riducendo il controllo da parte del sistema immunitario e promuovendo di conseguenza lo sviluppo del tumore. È interessante sottolineare che il trapianto di microbiota intestinale di pazienti con tumore del colon retto è sufficiente, nei topi, a causare infiammazione e disbiosi.

Diversi fattori sono noti per essere coinvolti nello sviluppo del tumore del colon retto –tra questi, la dieta, lo stile di vita sedentario, il fumo e l’assunzione di alcol– e il microbiota intestinale potrebbe rappresentare l’anello di congiunzione tra questi fattori di rischio e lo sviluppo del tumore del colon retto. In particolare, la World Cancer Research Foundation considera la dieta uno dei principali fattori esogeni nello sviluppo del tumore del colon retto; pertanto interventi dietetici vengono sempre più spesso affiancati alle terapie anti-tumorali convenzionali. Infatti, da un lato, alterando la disponibilità di nutrienti, modificano l’attività metabolica delle cellule tumorali, influenzando di conseguenza la sensibilità ai farmaci e la proliferazione cellulare. Dall’altro, influiscono sulla composizione del microbiota intestinale; ciò, a sua volta, ha un impatto sul metabolismo tumorale, la sensibilità ai farmaci e la proliferazione cellulare.

La composizione del microbiota intestinale è anche influenzata da diversi altri fattori. Ad esempio, la composizione del microbiota intestinale è condizionata dalle terapie anti-tumorali e a sua volta influenza l’esito della terapia. Infatti, da un lato, la chemioterapia crea disbiosi, aumentando l’effetto dei batteri nocivi, riducendo di conseguenza l’efficacia ed aumentando la tossicità della terapia anti-tumorale; dall’altro, batteri specifici del microbiota intestinale giocano un ruolo nella chemio-resistenza.

Inoltre, il microbiota intestinale influenza il sistema immunitario, rafforzandone il controllo sulla crescita tumorale, influenzando così l’efficacia dell’immunoterapia. Ad esempio, diversi tipi di batteri sono maggiormente presenti in pazienti che rispondono al trattamento immunoterapico, mentre altri tipi di batteri sono maggiormente presenti in pazienti che non rispondo al trattamento.

Detto ciò, è possibile, in un setting clinico, modulare il microbiota intestinale al fine di gestire o persino prevenire lo sviluppo del tumore del colon retto? A questo riguardo, sono stati testati diversi approcci, tra cui interventi dietetici, che hanno mostrato un aumentato rischio d’insorgenza del tumore del colon retto nella cosiddetta dieta occidentale (ricca di grassi) ed un rischio ridotto associato ad una dieta basata sui cereali o alla somministrazione di vitamina D. Analogamente, l’alterazione del microbiota intestinale tramite ridotto apporto calorico ha mostrato benefici nel prevenire i tumori e potenziare l’effetto della terapia. Il trattamento antibiotico, riducendo in maniera selettiva i batteri nocivi, è stato mostrato ridurre la progressione tumorale, anche se, essendo un mezzo piuttosto aggressivo per modulare il microbiota, potrebbe creare ulteriore disbiosi e ridurre l’efficacia dell’immunoterapia. Inoltre l’assunzione di probiotici (microorganismi vivi che influenzano in maniera positiva il microbiota ed in generale il sistema immunitario), prebiotici (composti che stimolano la crescita e l’attività dei probiotici) e postbiotici (composti chimici di origine microbica, tra cui acidi grassi a catena corta –che sopprimono l’infiammazione–, enzimi, peptidi, proteine della superficie cellulare, vitamine) è stata considerata una possibile strategia nella prevenzione e nella gestione del tumore.

Infine, il trapianto di microbiota fecale (ovvero il trasferimento di batteri fecali ed altri microbi) da un donatore sano ad un paziente –studiato come possibile strategia terapeutica in diversi contesti patologici– ha mostrato risultati promettenti in modelli animali, restaurando il normale microbiota intestinale, riducendo la crescita tumorale e l’infiammazione, ed è considerato anche un possibile approccio per il trattamento della disbiosi nei pazienti con tumore del colon retto. Tuttavia, dato che l’impatto del trapianto di microbiota intestinale sul sistema immunitario del soggetto ricevente è imprevedibile, il rischio di infezione dovuto alla disseminazione nel corpo di patogeni sconosciuti dovrebbe essere attentamente considerato.

Sebbene gli effetti della modulazione del microbiota intestinale siano stati ampiamente descritti, i meccanismi responsabili sono ancora in fase di studio e solo una più completa conoscenza di questi processi potrebbe rappresentare uno strumento utile per potenziare gli effetti delle terapie anti-tumorali.

 

Referenza: Gut Microbiota Manipulation as a Tool for Colorectal Cancer Management: Recent Advances in Its Use for Therapeutic Purposes. Perillo, Amoroso, Strati , Giuffrè, Díaz-Basabe, Lattanzi, Facciotti. Int J Mol Sci 2020.